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domenica 5 giugno 2016

PESCARA CITTA’ DEI PINI

PESCARA CITTA’ DEI PINI
La conservazione e lo sviluppo del verde e la tutela del Pino di Aleppo devono iniziare dalla  progettazione di una città “a misura d’albero”

Le radici identitarie della Città di Pescara affondano saldamente nel Pino d'Aleppo, una specie arborea  simbolo di un paesaggio culturale che si è delineato nel corso dei secoli e che ha disegnato panorami e vedute.
Un albero, il Pinus halepensis, che appartiene intimamente alla nostra storia abruzzese e al nostro litorale adriatico, così come è emerso dal ciclo di eventi “La Pineta d'Avalos ed i Pini di Pescara”, organizzato  da Coordinamento Nazionale Alberi e Paesaggio Onlus, Federazione Nazionale Pro Natura e Organizzazione Regionale Pro Natura Abruzzo, coinvolgendo le più prestigiose Associazioni ecologiste abruzzesi Archeoclub Pescara, FAI Pescara, Italia Nostra Pescara, WWF Chieti-Pescara, Mila donnambiente, Pescara Tutela/Selfie,  SIA (Società Arboricoltori Italiani), Federazione degli Ordini dei Dott. Agronomi e  Dott. Forestali d’Abruzzo, l'Ordine degli Architetti della Provincia di Pescara e patrocinato dal Comune di Pescara. In questo ambito  le pinete litoranee abruzzesi sono state illustrate sotto l'aspetto naturalistico, storico, artistico, paesaggistico, tecnico e di gestione, con la partecipazione di botanici, biologi, architetti paesaggisti, dottori agronomi e  dottori forestali  oltre a storici ed esperti di beni culturali.
Molti gli spunti di riflessione che sono nati da questo evento.
In primo luogo la conservazione del “Paesaggio Culturale” disegnato  dai boschi litoranei, dalla vegetazione tipica  e dai pini di Aleppo va promossa e realizzata attraverso una gestione sistematica del verde urbano che superi emergenza e occasionalità,  fondando le proprie politiche su adeguati strumenti di programmazione e gestione del settore. Tutto ciò presuppone una costante collaborazione multidisciplinare tra gli esperti nel campo paesaggistico, forestale, e della progettazione del verde urbano e l’attivazione di piani di assetto, di monitoraggio e di gestione del verde che consentano di perseguire contestualmente obiettivi di garanzia della sicurezza e della incolumità dei cittadini, insieme alla definizione dei caratteri ambientali, paesaggistici e spaziali del verde urbano.
La  vicenda dell’abbattimento dei pini di Aleppo in Via Regina Margherita a Pescara e la situazione di gestione della  Pineta dannunziana sono il risultato di un progressivo  smarrimento  della memoria storica, di una prassi di manutenzione ordinaria e straordinaria del patrimonio arboreo non corretta e, infine, di una mancanza di partecipazione alle scelte che attengono alla valorizzazione delle bellezze naturali e culturali di Pescara.
Il ciclo di eventi “La Pineta d'Avalos ed i Pini di Pescara” , rappresenta un passo nella direzione del recupero delle radici identitarie della Città, attraverso un'azione comune e condivisa. Il futuro è quello di attivare adeguate forme di coordinamento tra l'Amministrazione Comunale,  gli esperti che operano nel settore del verde e del paesaggio,  le Associazioni di tutela ambientale,  i portatori di interesse  per una corretta gestione del patrimonio verde, naturalistico e paesaggistico che abbia come obiettivi il recupero del volto della “Bella Pescara” e l’impegno per rendere Pescara città resiliente, all’altezza, cioè, delle sfide che i cambiamenti climatici impongono  alle compagini urbane.
A tal fine è fondamentale che il Comune ripensi e rafforzi le strutture del settore, preveda nei propri bilanci adeguate risorse finanziarie, si impegni, nella progettazione e attuazione delle opere pubbliche, a dare il giusto ruolo al verde ai fini della riqualificazione e rigenerazione urbana. Occorre che gli elementi naturali, a partire dagli alberi, siano riscattati dal ruolo marginale, ancillare ed esornativo che abitualmente ad esso è affidato. E’ necessario, infine, che si istituisca una consulta permanente per il verde in cui, accanto a  esperti altamente qualificati, botanici, agronomi, forestali, paesaggisti, storici del paesaggio, studiosi di beni ambientali,  siano presenti  rappresentanti delle  associazioni di protezione ambientale: scopo di tale  consulta è quello di operare in collaborazione con l’Amministrazione e i tecnici comunali per il miglioramento del verde e del paesaggio storico-naturalistico cittadino e per trasformare Pescara in un vero “Comune virtuoso”. Questa consulta deve articolarsi in un livello tecnico, capace di dialogare durante il corso dei lavori ed un livello rappresentativo delle realtà associative che interloquisca con Giunta e Consiglio in sede di assunzione delle scelte.
L’obiettivo deve essere la partecipata redazione di un “Piano Regolatore del verde urbano”, inteso come uno strumento di conformazione del territorio, che costituisca una delle “reti” con la quale riorganizzare  la città. La questione del verde va declinata in chiave di elemento strutturante la conformazione urbana, modificando anche le scelte urbanistiche in contrasto con l’esigenza di preservare e riconnettere corridoi ed aree di naturalità.
In particolare, la tutela e conservazione dei pini di Aleppo deve iniziare nella progettazione della città e in una nuova gestione intelligente e professionale del verde cittadino. Gli  alberi di pino non vanno  sbrancati, potati drasticamente,  soffocati dal cemento e dall’asfalto,   costretti in aiuole piccole con terreni compattati. Gli alberi di Pinus halepensis ,e tutti gli altri esemplari arborei presenti nel contesto urbano, devono essere gestiti con professionalità valide e con arboricoltori certificati. Le potature errate e la distruzione dello spazio vitale degli alberi sono la prima causa del degrado e della morte delle alberature cittadine.
Gli edifici e gli altri manufatti antropici devono plasticamente adattarsi agli alberi e agli spazi verdi e non viceversa. L’albero deve essere il protagonista della progettazione paesaggistica e non può rappresentare un arredo o un semplice accessorio verde.
Passando poi alla Riserva Naturale Regionale Pineta dannunziana, il riscatto dall’attuale condizione di degrado e  il recupero della memoria storica devono rappresentare la base per un’ efficace gestione, i cui ritardi sono ormai non più ammissibili. E' necessario intraprendere una politica di rinaturalizzazione e di riqualificazione ambientale tenendo presente che l’oggetto di intervento è una riserva naturale, con i compiti ad essa attribuiti dalle leggi regionali in vigore e non un semplice parco pubblico. E’ necessario che tale consapevolezza sia fatta propria dai cittadini che potranno trovare in questo scrigno di naturalità non solo occasioni di svago e di salubrità ma anche di crescita culturale e di sensibilità ambientale. D’altra parte molti endemismi propri della Pineta sono stati perduti, molte specie particolarmente sensibili sono fortemente minacciate con un generale impoverimento della biodiversità della riserva. Molte specie caratterizzanti l’antica selva litoranea sono oggi a gravissimo rischio di estinzione, ormai confinate  in alcuni piccoli siti della Riserva:  a mero titolo esemplificativo citiamo  Mirthus communis, la Smilax, il Ramnus alaternum, il Pistacia lentiscus, Cistus. Il Pino di Aleppo, in tante situazioni soffocato e compromesso da condizioni di degrado antropico, rischia di scomparire a scapito di specie infestanti ed aliene. D'altro canto la politica di rimboschimento all’interno dell’area protetta è stata eseguita nel corso degli anni passati senza tener conto degli ecotipi, piantando  il Pinus pinea, per noi alloctono,  invece che il Pinus halepensis, autoctono.   Per invertire l’attuale condizione di trascuratezza di una delle maggiori risorse naturalistiche e identitarie del nostro territorio non sono più procrastinabili alcuni adempimenti, stabiliti peraltro dalla legge istitutiva della Riserva stessa quali:
-          l’approvazione del Piano di Assetto Naturalistico della Riserva Naturale Regionale Pineta dannunziana Pineta dannunziana nella delimitazione esistente; ciò non esclude la redazione di varianti al Piano a seguito di pur condivisibili ampliamenti dei confini dell’area protetta;
-          l’istituzione del Comitato di gestione della Riserva, composto da esperti e   professionisti di alto livello, al fine di dare piena attuazione agli obiettivi della pianificazione della Riserva ;
-          La nomina del Direttore della Riserva, figura indispensabile per garantire la gestione accorta ed esperta dell’area protetta;
-          L’istituzione di una sede adeguata per la promozione delle attività scientifiche, culturali, didattiche e turistiche della Riserva Naturale;
-          L’assunzione di impegni perché in tempi certi si pervenga alla riunificazione del comparto 5 al ¾, con la deviazione del consistente traffico di attraversamento e la riduzione drastica delle superfici attualmente impermeabili.
Un ruolo fondamentale deve avere la comunicazione mediatica, che abbia come primo obiettivo la pacificazione tra i cittadini e il patrimonio arboreo della città. L’educazione ambientale nelle scuole di ogni ordine e grado deve incentrarsi anche sulla conoscenza del valore storico-naturalistico del Pino di Aleppo nel paesaggio pescarese ed abruzzese.
Si auspica che,  con una costante collaborazione tra Enti, esperti ed  associazioni,   le radici identitarie della “Bella Pescara” non siano sepolte dalla cementificazione e dal degrado ma  possano finalmente rinvigorirsi e crescere rigogliose,  nutrite da una “buona politica” del territorio.
A partire dalla Riserva Dannunziana, dalla riqualificazione delle aree golenali dei corsi d’acqua, in primis della Pescara, dei relitti boschivi e del verde attrezzato o agricolo, delle alberature stradali, dei giardini pubblici e privati, è necessario che Pescara individui e rafforzi la propria rete di spazi di naturalità, che progetti una efficace rete ecologica capace di contribuire alla crescita della qualità urbana, in termini di salubrità, efficienza biologica, socialità e bellezza.
Un ruolo fondamentale devono avere i  corridoi ecologici, unificando e non isolando i vari angoli verdi della città a partire dalla Riserva Naturale regionale e dalla “via del fiume Pescara”.  Le alberature urbane, se ben gestite, possono compiere un ruolo considerevole di corridoio ecologico portando al miglioramento della biodiversità ed a un ampliamento della “Foresta Urbana”,  con tutti i suoi benefici sulla salubrità dell’aria e sulla mitigazione dell’”isola di calore”. 
La proposta delle Associazioni organizzatrici e partecipanti al ciclo di eventi “La Pineta d'Avalos ed i Pini di Pescara” è quella di denominare ufficialmente Pescara come “La città dei Pini”: sarebbe questa  una consacrazione di un paesaggio storico ed un passo fondamentale per il recupero dell'identità della Città. Solo con un'adeguata consapevolezza di ciò che è stato possiamo costruire il domani: perché noi siamo “figli di ieri e padri di domani...”

Le associazioni organizzatrici dell’evento:
Coordinamento Nazionale Alberi e Paesaggio Onlus
Federazione Nazionale Pro Natura
Organizzazione Regionale  Pro Natura Abruzzo
in collaborazione con:
Archeoclub Pescara
FAI Pescara
Federazione degli Ordini dei Dottori Agronomi e Dottori Forestali d’Abruzzo
Italia Nostra Pescara
Mila donnambiente
Ordine degli Architetti P.P.C. della Provincia di Pescara

Pescaratutela/Selfie

venerdì 8 gennaio 2016

A Pescara servono più alberi e giardini per combattere inquinamento e smog

 A Pescara servono più alberi e giardini per combattere inquinamento e smog

Il Co.N.Al.Pa. Onlus e Pro Natura Abruzzo intervengono in merito ai problemi dell'inquinamento a Pescara.


Il Coordinamento Nazionale Alberi e Paesaggio Onlus e l'Organizzazione Regionale Pro Natura Abruzzo intervengono in merito alla difficile situazione dell'inquinamento e dello smog a Pescara che continua a rimanere  allarmante con disagi per la popolazione. Per combattere le polveri sottili e lo smog non basta solo una riorganizzazione generale del traffico cittadino con targhe alterne o incentivi per i mezzi pubblici ma bisogna investire moltissimo e con qualità sulla  progettazione e realizzazione di spazi verdi e sulla valorizzazione delle alberature cittadine ripensando la pianificazione urbanistica sul modello di una "città verde".
Di recente stati fatti importanti studi sia in ambiente anglosassone che in Italia in merito all'efficacia degli alberi nella lotta all'inquinamento.
Secondo i ricercatori dell’University of Southampton, i cui studi sono stati pubblicati sulla rivista Landscape and Urban Planning è stato stimato che a Londra gli alberi rimuovono ogni anno tra le 850 e le 2.100 tonnellate di Pm10. Uno studio condotto dai ricercatori americani nel 2010 ha scoperto che gli alberi e le foreste degli Stati Uniti hanno rimosso 17,4 milioni di tonnellate di inquinamento atmosferico con effetti positivi sulla salute umana valutati in 6,8 miliardi di dollari. Tale studio è stato pubblicato sulla rivista Enviromental Pollution.
Il CNR-Ibimet, Istituto di Biometeorologia di Bologna, ha invece effettuato numerosi esperimenti in merito alle specie arboree anti-inquinamento che possono essere utilizzate con successo in ambienti urbani e lungo arterie stradali particolarmente trafficate e inquinate. Le principali caratteristiche che rendono un albero  spazzino delle polveri sottili e gas inquinanti risiedono nelle foglie: grandezza degli stomi  che immagazzinano i gas inquinanti e presenza di peli (cere e tricomi) che risiedono nella pagina inferiore della foglia e che trattengono il particolato che viene poi dilavato dalle piogge. Quindi gli ecoservizi degli alberi sono importantissimi per migliorare la salubrità dell'aria e la salute dei cittadini.
I principali alberi anti-inquinamento che possono essere usati in ambiente urbano sono: bagolaro (Celtis australis), biancospino (Crataegus sp.), tiglio (Tilia cordata e plathyphyllos), platano (Platanus sp.), acero campestre (Acer campestris), acero riccio (Acer platanoides), acero di monte (Acer pseudoplatanus), albero di Giuda (Cercis siliquastrum), ontano nero (Alnus glutinosa), gelso nero (Morus nigra), gingko (Gingko biloba), orniello (Fraxinus ornus), frassino maggiore (Fraxinus excelsior), leccio (Quercus ilex), melo da fiore (Malus "everest"), mirabolano (Prunus cerasifera), ciliegio selvatico (Prunus avium), sambuco (Sambucus nigra), olmo comune (Ulmus minor), Cerro (Quercus cerris), Liriodendron (Liriodendron tulipifera), Carpino bianco (Carpinus betulus). 
Per quanto riguarda le siepi è stata fatta una lista di specie arbustive che possono essere utilizzate per creare pareti verdi da combinare alle alberature sopracitate: l'agrifoglio (Ilex aquifolium), il viburno (Viburnum tinus; viburnum lucidum), corbezzolo (Arbutus unedo), photinia (Photinia sp.), alloro (Laurus nobilis), ligustro (Ligustrum lucidum), eleagno (Eleagnus sp.).
"A Pescara", concludono le associazioni, "negli anni lo  sviluppo urbanistico ha notevolmente ridotto le aree verdi. Inoltre le arterie stradali presentano delle alberature che sono state colpite da potature non eseguite a regola d’arte, che hanno indebolito la struttura degli alberi ed loro potenziale ecoservizio contro l'inquinamento. Un importante risultato nell’abbattimento delle polveri sottili può essere dato da  una gestione arborea di qualità:   messa a dimora di tantissime nuove piante( scegliendo specie resistenti), realizzazione di siepi sempreverdi e boschi urbani di biocompensazione , promozione  di terrazzi, tetti verdi e progetti di verde verticale”.


Rassegna stampa









martedì 23 dicembre 2014

Il "Pino coricato" di Pescara. Un albero straordinario e dimenticato.

 Il "Pino coricato" di Pescara.
Un albero straordinario e dimenticato.





Nel Parco ex-Di Cocco a Pescara c'è un vero gioiello naturalistico, un Pino di Aleppo che la natura ha trasformato in un singolare albero strisciante sul terreno che è stato battezzato "il Pino coricato". Da tempo le associazioni ecologiste Coordinamento Nazionale Alberi e Paesaggio ONLUS Pro Natura Abruzzo cercano di puntare i riflettori su questo  esemplare arboreo che sembra quasi uscito da un racconto fantastico. Segnalato nel 2011 dal Comitato civico per la salvezza del Parco di Cocco, è stato subito preso in considerazione dai naturalisti del Co.n.al.pa. che lo hanno fatto conoscere sui social network. Nel 2014 sul giornale ufficiale della Federazione Nazionale Pro Natura è stato dedicato ampio spazio all’albero facendolo conoscere a livello nazionale. Oggi il pino si trova in una situazione di abbandono e degrado alla quale bisogna assolutamente porre riparo: alcune parti sono secche e altre stanno deperendo. Le associazioni, con i propri esperti, propongono un progetto di valorizzazione dell'esemplare, con interventi mirati di rimonda del secco e chiedono al Comune di Pescara di valorizzarlo con una targa di identificazione. "Siamo di fronte a uno spettacolo della natura inusuale in una città cementificata come Pescara", spiega Alberto Colazilli, presidente di Co.N.Al.Pa. Onlus, "Offriamo la nostra disponibilità e competenza di naturalisti per ridare un'immagine di dignità e bellezza a questo albero speciale dal grande valore storico e naturalistico. E' importante  farlo conoscere anche alle scuole di Pescara e dell’Abruzzo, con progetti di educazione ambientale dedicati alla tutela dell'albero che si presta  benissimo per essere disegnato, dipinto e fotografato."  Per Pro Natura Abruzzo il Pino Coricato va inserito tra i simboli naturalistici dell'Abruzzo: "L'articolo scritto su Natura e Società ha fatto conoscere questo pino in tutta Italia", spiega Piera Lisa di Felice, coordinatrice di Pro Natura Abruzzo e Consigliere Nazionale della Federazione. "La nostra associazione si sta impegnando affinché questo albero venga tenuto in seria considerazione dal Comune di Pescara e dagli organi competenti per essere segnalato e protetto come bene paesaggistico di notevole interesse.". Il botanico e ricercatore Kevin Cianfaglione dell'Università di Camerino, curatore  e  autore  del libro in due volumi “L’importanza degli alberi e del bosco”, spiega che il Pino coricato "è  uno  straordinario  esempio di come gli alberi abbiano la capacità di reiterare anche nelle situazioni più complicate”. Questo pino è stato sradicato da un fortunale o da una nevicata ma è ripartito divenendo un autentico miracolo della natura. Questo ci dimostra anche come l’attuale gestione forestale mediamente sia sbagliata, dove le famigerate “pulizie” del bosco o del sottobosco, possano nuocere eliminando di norma gli alberi che si accasciano al suolo, ma che invece oltre ad essere un espressione delle dinamiche naturali del bosco, finiscono per creare scenari e paesaggi molto suggestivi. Quale  insegnamento migliore per noi esseri umani?...".

Ecco la rassegna stampa.

martedì 28 ottobre 2014

Marcia degli Alberi 2014. A Taranto la "Foresta che cammina" ha portato speranza e bellezza per la città!

Nella mattinata di domenica 26 ottobre 2014 si è svolta la terza edizione della Marcia degli Alberi e delle Foreste, un evento che sta acquisendo una certa importanza e che pian piano sta creando un vero proprio movimento nazionale per gli alberi. E' un "format" in costante crescita che intende portare l'attenzione sui problemi del verde urbano e sulla valorizzazione di aree degradate con "azioni" decise sul territorio, "seminando" speranza e bellezza attraverso la messa a dimora di varietà arboree.  La terza edizione è stata organizzata e promossa da Comitato Rimboschimento di Taranto, Coordinamento Nazionale Alberi e Paesaggio ONLUS  e Respiro Verde-Legalberi, con la partecipazione di numerose associazioni provenienti da varie parti d'Italia. Questa volta il popolo dei "fitofori" ha voluto percorrere le vie di Taranto, una delle città più inquinate d'Europa, per giungere infine al Parco Archeologico delle Mura Greche, un importante parco cittadino per anni lasciato in abbandono. Oggi finalmente questa realtà verde urbana sta rinascendo grazie al contributo dei giovani dell'Archeotower e dei volontari del Corita di Taranto. Il dinanismo che si è creato in questo "polmone verde" è fervido e ricco di ottimismo, con i giovani volontari tarantini che si danno da fare per piantare più varietà arboree e arbustive possibili, nel tentativo coraggioso di mettere in secondo piano la opprimente cintura di palazzoni che tutti intorno si stagliano minacciosi. Il Parco delle Mura Greche è diventato in poco tempo il simbolo di una Taranto che non vuole piegarsi all'abbruttimento e al degrado, che intende promuovere un "bosco in città" contro l'inquinamento, popolato di varietà aromatiche, arboree e arbustive, con percorsi, aiuole, giardini fioriti, eventi, puntando anche ad attività di educazione ambientale. Il Popolo dei fitofori, in occasione dell'evento, ha piantato numerosi alberi e arbusti, tra pini, filliree, mirti, cipressi, rosmarini ed erbe aromatiche. Il messaggio fortissimo di un "rinascimento verde" attraverso alberi e giardini, ha avuto i suoi benefici effetti e ha saputo offuscare per una volta la cattiva nomea della città dell'Ilva e dell'inquinamento. La Marcia si è trasformata in una festa degli alberi per Taranto; assolutamente bellissimo vedere i vari gruppi delle associazioni partecipanti che si sono impegnati a piantare alberelli nelle aiuole del parco, spinti da quel "furor" appassionato e senza freni che solo i grandi "guerrieri del verde" riescono a tirar fuori, armati di zappe, vanghe, pale, picconi, annaffiatoi e borracce per l'acqua. Questa festa degli alberi è stata dedicata alla "Bella Taranto", ovvero all'antica capitale della Magna Grecia e alla città dal clima mite e baciata dal sole che merita ad ogni costo di tornare a risplendere.

Alberto Colazilli

Presidente Co.n.al.pa. ONLUS