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lunedì 9 dicembre 2013

A Natale riesplode la moda degli alberi morti decorati a festa.

A Natale riesplode la moda degli alberi morti decorati a festa.
Migliaia sono gli abeti uccisi per abbellire le piazze d'Italia.


Arrivano le feste natalizie e torna la moda degli alberi Natale, o meglio, la moda degli alberi morti decorati per le feste. Quasi epico, quest'anno, il posizionamento del monumentale albero di Natale a Piazza del Duomo a Milano. Questo colosso è alto 30 metri e ci sono volute 24 persone per gestire il taglio, il trasporto e il posizionamento dell'esemplare. Stessa cosa per il colossale abete posizionato in Piazza San Pietro, alto 25 metri con un peso di 7,5 tonnellate e trasportato dalla Baviera con un Tir. A Piazza Venezia a Roma, un altro albero gigantesco, sempre morto, arriva dalla Valtellina, decorato con 30 mila luci al LED e trasformato in un simbolo della pace. 
Insomma, sono migliaia e migliaia gli abeti di Natale che vengono posizionati morti nelle Piazze d'Italia. Ma la cosa più sconcertante è che nessuno parla di questo albericidio! Sui giornali e nelle tv quasi si esalta questo rito che molti definiscono una "bella notizia" che fa piacere alla massa! Nessuno vuole parlare di un Natale all'insegna della riforestazione, per cambiare finalmente le cose e lanciare una cultura green che rispetti i grandi alberi. Eppure siamo in tempi di crisi! Ma ci rendiamo conto di quanto viene a costare il taglio, il trasporto e il posizionamento di un albero di Natale di 30 metri di altezza? C'è da chiedersi se non ci sia dietro una Lobby incredibilmente forte e potente che mantiene in piedi questa macabra ricorrenza del culto dell'albero morto o morente. Anche i piccoli comuni fanno a gara per scegliere l'albero maestoso nella propria piazza. Eppure basterebbe, dove è possibile, realizzare delle aiuole e piantarvi degli alberi accuratamente scelti, curarli e poi addobbarli nelle feste natalizie ogni anno. Sicuramente un lavoro che costa molto meno di un trasporto e posizionamento di alberi tagliati. Si può subito immaginare il costo della sola gru per il posizionamento, il costo del viaggio, il costo degli operai per sistemarlo, il costo delle luci, delle sfavillanti decorazioni ecc... Inoltre, da sottolineare che questi mega-progetti di posizionamento di abeti morti hanno anche degli sponsor che poi amano farsi pubblicità ai piedi dei feticci o con marchio inserito tra le decorazioni.



Come CO.N.AL.PA. - Popolo degli Alberi e dei Giardini abbiamo realizzato un interessante lavoro tecnico-scientifico per informare ed educare sulla messa a dimora e sul rispetto degli alberi di Natale. http://www.conalpa.it/progetti-del-conalpa/consigli-per-rispettare-gli-alberi-di-natale-di-alberto-colazilli-e-kevin-cianfaglione.
In questa nostra battaglia per salvare gli alberi di Natale, spesso ci è capitato di arrivare a polemiche con alcuni addetti ai lavori, con vivai, anche con agronomi che hanno difeso strenuamente questi tagli di abeti che loro definiscono "mirati", che sono il risultato di tagli di diradamento nei boschi. Inoltre, ci è stato detto che è inutile prendersela per degli alberelli che comunque sono produzioni di vivaio e che fanno sostanzialmente il loro lavoro! Il controsenso sta proprio qui, che quegli alberelli non fanno il loro lavoro di alberi, perdono totalmente la loro dignità e bellezza e diventano dei semplici "oggetti"Quando si comincia a parlare di migliaia di grandi alberi che ogni anno vengono uccisi per una festività, c'è veramente da preoccuparsi, soprattutto per il cattivo messaggio che ne vien fuori, soprattutto pensando alle problematiche climatiche e territoriali che affliggono ultimamente l'Italia! Ci è stato risposto: sono più gravi i problemi della deforestazione che quelli dedicati agli abeti tagliati per Natale! Affermazione che non ha alcun fondamento e che è invece solo un modo per difendere chissà quali interessi. Se non riusciamo a educare i cittadini alla cultura dell'"Albero vivo" come facciamo ad educarli pure al rispetto delle foreste e dello stesso territorio! Come si fa a predicare la cura del Creato se poi si sponsorizza un taglio di un abete gigantesco? Per alcuni grandi abeti, tipo quello del Vaticano, si parla di riuso del legno che verrà utilizzato per fare mobili, sculture o oggetti vari. Almeno non saranno rifiuti in discarica. Ogni scusa è buona per giustificare l'abbattimento di grandi abeti durane le festività natalizie.  


Il Natale dovrebbe essere il momento più alto dell'anno per rilanciare la cultura degli alberi. Noi, con il nostro articolo tecnico-scientifico, abbiamo dato ampia importanza alle varietà mediterranee che si possono utilizzare al posto degli abeti nordici, che purtroppo rischiano di deperire nei nostri climi più caldi. Tra le specie migliori per i nostri climi: il Pino di Aleppo, i ginepri della macchia mediterranea, il Cedrus libani, Cedrus atlantica, Cedrus deodara e Cupressus sempervirens, oppure gli allori potati a cono, i lecci e i ligustri pure potati a cono; e per finire il bellissimo Taxus baccata. Non c'è bisogno di fare massacro di esemplari secolari alti 30 metri spendendo tanti soldi e dando un'immagine "sporca" del Natale. Basta informarsi un pò, basta fare un pò di educazione ambientale per andare oltre. Si è fatta tanta polemica anche sugli alberi finti, che possono essere inquinanti o trasformati in rifiuto speciale quando non servono più. In realtà ci sono alberi finti realizzati in materiali ecocompatibili che permettono di costruire splendidi abeti di Natale, smontabili e rimontabili ogni anno, di tutte le dimensioni, sia in casa che nelle piazze. E' chiaro che l'albero finto non potrà mai sostituire la bellezza di un albero vero e vivente, con i suoi odori, profumi, colorazioni e magie.
La festa del Natale dovrebbe essere la festa della riforestazione, delle giornate green all'insegna dell'albero, del culto dell'albero vivo che viene valorizzato e tutelato. Invece, purtroppo, non è così! E si fa moltissima fatica a farlo capire sia alle Amministrazioni pubbliche che alla moltitudine dei privati cittadini. Quegli alberi morti, che poi diventeranno legna da ardere o rifiuto in discarica, sono solo un'esaltazione del consumismo sfrenato, simboli del macabro rito dell'"usa e getta", che non c'entra nulla con il rito di "rinascita" promosso dal Natale. E a Gennaio, quando l'euforia delle feste sarà ormai finita, non può che piangerci il cuore davanti a quegli innocenti abeti gettati in prossimità dei cassonetti dei rifiuti. E sono tantissimi! Una totale inciviltà che ci rende sempre più lontani dalla Madre Natura. Fermiamo questa deriva culturale!
Alberto Colazilli

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